Scacchi e pazzia

72621_surrea_chess_paintingCapita ogni tanto d’incontrare il “conoscente informato”.

Questa persona, che ha il “dono di sapere tutto”, non appena apprende che gioco a Scacchi inizia a guardare strano: “diventerai anche te pazzo come quel giocatore… quello lì… come si chiamava?”.
Ebbene si, a voler dar retta a questi “conoscenti informati” saremmo tutti pronti per il manicomio!
E invece no! Tranquilli, non sono a mia volta diventato pazzo, almeno non più di quanto lo fossi ieri o l’altro ieri e questo malgrado il nome del mio circolo giochi proprio con le parole della pazzia: “Matto alla prossima”… già…

 

Il fatto è che basta che ci sia stato un qualche scacchista famoso, magari campione del mondo, ad avere disturbi della personalità (Fischer), oppure a credere di poter sfidare a scacchi il Creatore (Stenitz) od ancora a soffrire di mania di persecuzione (Morphy) ed ecco che il gioco è fatto.

La mente umana esercita sempre un fascino oscuro, soprattutto verso chi non capisce il nostro gioco … e nemmeno capisce la mente stessa!

Sapete che vi dico? Max Euwe, professore di fisica ed ex campione del mondo, divenne presidente della FIDE (la Federazione Internazionale del gioco degli Scacchi) ed è tuttora ricordato per la sua correttezza ed imparzialità; Botvinnik fu uno scienziato di fama mondiale: le sue pubblicazioni “Computers, Chess and long range planning” -scritta quando i computer erano ancora grandi come appartamenti ed avevano capacità di calcolo ben inferiori a quelle dei moderni smartphone- rimangono una pietra miliare per chiunque voglia iniziare a studiare in modo serio l’argomento della programmazione scacchistica; Smyslov fu anche un baritono di altissimo livello e non era raro ascoltarlo la sera, nelle pause dei tornei, mentre si esibiva tra un pubblico di giocatori entusiati.
Tal’ è ricordato da tutti per la sua genialità e cordialità: ho ancora da qualche parte su una rivista una sua foto mentre gioca con un gruppo di nomadi delle steppe, la scacchiera appoggiata su una coperta a terra…
E questo solo per citare i primi Campioni del Mondo che mi vengono in mente.

E quindi? E quindi, semplicemente, il binomio scacchi-pazzia continuerà ad essere un luogo comune e per chi non ci conosce è più facile immaginarci come il Dottor B, il protagonista della Schachnovelle di Stefan Zweig ma niente paura: siamo più semplicemente persone a cui piace spingere dei pezzi di legno su una tavola ed immaginare dei piani profondi per vincere la partita contri un avversario che ha la nostra stessa passione.